Realizzare un piano editoriale attraverso l’uso del “website planner” di Wirinform

Il website planner di Wirinform è un quaderno degli appunti che è stato pensato al fine di semplificare la programmazione dei contenuti del vostro sito web. L’obiettivo di questo quaderno cartaceo, da tenere sulla propria scrivania, è di stimolare continuamente la produzione di argomenti utili ai propri utenti.

Il metodo per realizzare un piano editoriale vincente!

Il website planner è suddiviso in due parti: a sinistra la parte creativa, denominata “idee geniali”, fondamentale per dare sfogo alla propria fantasia e sulla destra una parte più razionale che aiuti l’editore a definire, con un metodo, il contenuto nelle sue numerose sfaccettature.

Creatività, costanza e metodo, sono infatti gli ingredienti fondamentali per produrre un piano editoriale che risponda alle esigenze sempre più stringenti della propria clientela.

La scheda del piano editoriale del website planner di Wirinform si suddivide in 8 parti.

1) La data.

La data indica il giorno della pubblicazione del contenuto: si può inserire anche successivamente dopo aver valutato quali sono i momenti strategicamente importanti per fare uscire le proprie comunicazioni, per esempio il black friday, il lancio di una nuova linea di prodotti o l’annuncio di un evento particolare.

2) Le buyer personas.

Le buyer personas, indicano il target al quale ci rivolgiamo. E’ molto importante fare uno studio approfondito di quali sono le proprie buyer personas per adeguare il tono ed il linguaggio utilizzato. La realizzazione delle buyer personas deve necessariamente essere seguita da un consulente che aiuti a definire al meglio il proprio target studiando a fondo il mercato web di riferimento.

3) La tipologia.

La tipologia del contenuto è strategicamente rilevante se si lavora in ottica di inbound marketing; esistono infatti diverse categorie, ognuna delle quali viene utilizzata con uno scopo ben preciso. Contenuti di tipo educativo, dimostrativo e autorevoli possono essere utilizzati per catturare un nuovo pubblico (buyer personas) che si vuole intercettare per la prima volta e che è alla ricerca di una soluzione al suo problema.

I contenuti di tipo informativo servono a far conoscere la propria offerta ad un’utenza più consapevole e più vicina alla parte bassa del funnel dell’inbound marketing.

I contenuti commerciali sono destinati a cogliere gli utenti oramai interessati al prodotto o al servizio erogato: una particolare offerta, un buono sconto, un’opportunità o la scarsità, dovranno colpire il lettore e farlo diventare cliente!

Esistono infine altre due tipologie di contenuti molto diffusi: emozionali e sociali. Con i primi si cerca di prendere l’attenzione del lettore attraverso le emozioni primarie come ad esempio la paura, la gioia e la sorpresa; i secondi possono essere pubblicati all’interno del nostro piano editoriale come contenuto di riprova sociale: le persone, in media, tendono a ritenere maggiormente validi i comportamenti e le scelte che vengono effettuati da un elevato numero di individui. È il fenomeno psicologico-sociale alla base della diffusione delle “mode”.

I contenuti sociali possono essere raccolti attraverso recensioni e commenti.

4) Il formato.

Una volta scelta la tipologia del contenuto, si passa al formato. Il formato deve essere scelto in base a diversi criteri. E’ indispensabile che il formato sia curato nei minimi dettagli, infatti Il pubblico di riferimento (buyer personas) è oramai molto esigente ed è in grado di fare subito dei paragoni a colpi di click. Non solo, chi naviga sul web oramai si sta abituando ad un livello qualitativo molto elevato, dovuto principalmente alla partecipazione sul web di grandi aziende che hanno innalzato inevitabilmente l’asticella.

Qualità e pubblico destinatario sono i criteri che utilizziamo per scegliere il formato del contenuto: testo, immagini, audio, video, podcast e live.

Chi vuole fare anche SEO deve necessariamente produrre contenuti di formato testuale: oggi Google non è ancora in grado di interpretare i contenuti audio all’interno di un video, di un podcast o di un live.

5) Il canale.

Il canale è lo strumento sul quale andiamo a diffondere il contenuto indicato nel piano editoriale. Anche questi strumenti vanno selezionati con cura in base alle strategie e agli obiettivi che ci si pone. Esistono principalmente tre tipologie di touchpoint digitali (che si differenziano da quelli fisici). Quelli in genere autogestiti: le landing page, le schede prodotto, i blog, i forum, le chat e le newsletter; quelli che necessitano di un professionista skillato: Google ADV e Facebook; e quelli che vengono gestiti da terzi in genere influencer o blogger.

6) Il titolo.

Non ci soffermeremo in questo articolo a spiegare le astuzie per scrivere dei titoli che si facciano cliccare. Indubbiamente il titolo dev’essere una sintesi perfetta di tutte le parti che compongono la scheda del piano editoriale.

7) La finalità e l’intento.

La finalità e l’intento sono le azioni che vogliamo che il lettore faccia o gli interessi che vogliamo stimolare con il nostro contenuto. La finalità ha un’accezione più forte: da essa ci aspettiamo un’azione tramite una CTA (call to action) che dev’essere misurata su Google Analytics come obiettivo. L’intento è qualcosa di più debole, che dev’essere misurato come micro-obiettivo attraverso lo scattare di un evento: lo scroll del testo fino alla fine, la visione di 3/4 di video, l’interazione con altri contenuti del sito.

8) La domanda unica.

La domanda unica implica la reciprocità tra search personas e buyer personas. Immedesimiamoci nelle nostre buyer personas e proviamo a sforzarci di capire quale domanda consapevole devono fare a Google per intercettare il nostro contenuto. In altre parole, dobbiamo scoprire l’intento di ricerca che si cela dietro al nostro articolo. Ma non solo! E’ infatti iniziata la diffusione di sistemi come Google Assistant o Amazon Alexa, accessori con i quali si interagisce con la voce attraverso delle domande consapevoli spesso a coda lunga, ma che producono un unico risultato possibile (livello zero in serp). Questo non è un esercizio di stile, ma è la chiave fondamentale per capire come intercettare quel traffico di altissima qualità indispensabile per sviluppare il nostro business online!